Storia del Kitesurf

STORIA-KITESURF
Le origini del kitesurf

Il Kitesurf nasce dall’applicazione di un’idea assolutamente rivoluzionaria ad uno sport già praticato da milioni di appassionati: farsi trainare da un aquilone sfruttando tavole da Windsurf. Intorno alla fine degli anni 80′ il progetto di Bruno Legaignoux (questo è il nome dell’inventore) era quello di realizzare un sistema di vele di sicurezza per le scialuppe di emergenza.
Da qui l’idea di realizzare degli aquiloni gonfiabili, capaci di ripartire dall’acqua in qualsiasi condizione di mare, facili da governare e in grado di creare un’energia motrice per trarre in salvo gli equipaggi delle scialuppe di emergenza.


La svolta definitiva che ha poi portato il KITESURF alla ribalta mondiale è avvenuta nel 1998 quando il più grande fra i campioni di Windsurf (Robby Naish), incuriosito da alcuni fra i prototipi di Legaignoux, ha iniziato a praticare uno sport del tutto nuovo .

Ora l’azione si trasferisce a Maui Hawaii dove i pionieri dello sport iniziano ad impiegare non solo i primi Wipika a bladders (brevetto Leigagnoux brothers..) ma anche ali a cassoni non rilanciabili dall’acqua quale il Flexifoil Blade. La “kite crew” e’ composta da windsurfisti e non quali: Manu Bertin, Flash Austin, Eliot Leboe (ex windsurfing tester di una nota rivista americana), Lou Wainman, Rush Rande, Robby Naish, Pete Cabrinha, Fadi Issa, Dylan Gramfyre, Francesco Moretti, Mauricio Abreau e tanti altri. All’inizio però pare che la pratica del kiteboarding comporti una profonda limitazione: non è possibile risalire il vento. E così nasce il gruppo dei cosiddetti downriders. Giungono sopravento alla spiaggia di Hookipa e di li’ iniziano a navigare verso Kanaha beach park stupenda spiaggia sita a qualche chilometro downwind. Via via questa limitazione inizia ad apparire fittizia, nascono cosi’ tavole dal bordo molto tirato ed ali di misura piu’ grande. Combinando lo shape della tavola e la misura del kite ecco che risalire il vento diventa possibile. Si puo’ cosi’ affermare che il kiteboarding assurge a sport marino “autonomo” verso la fine del 1997/98. E cosi’ sul mercato alla prima brand storica, la Wipika, si affianca la Naish kiteboarding e via via altre brand, alcune ancora in attivita’ altre non piu’ (ad es. “Da Vinci kites”). Siamo all’inizio del nuovo millennio, sul mercato si trovano ali LEI (leading edge inflatable) a due linee ma iniziano ad essere introdotte ali depotenziabili a quattro linee. Alcuni kiters (ad esempio il californiano Peter Trow) continuano ad usare ali a cassoni poiche’ le prestazioni sembrano superiori cio’ nondimeno non possono essere rilanciate se cadono in acqua. Tra le tavole i direzionali all’inizio la fanno da padrone, in alcuni casi si tratta di surfboard adattate con modifiche ai bordi e l’aggiunta di straps.  Flash Austin inizia ad impiegare i primi direzionali della RRD ma poi passera’ ai Mutant di casa Naish (direzionali che entro certi limiti possono navigare quali twin tip). E proprio Flash sara’ il primo autentico campione di questo sport. Un altro gruppo di kiters capeggiato dal grande Lou Wainman inizia invece ad impiegare twin tip da wake board (ad es. Liquid Force) ed a sviluppare la “blue print” del kiteboarding moderno. Anche i francesi non stanno a guardare, una brand, la F One di Raphael Salles inizia a lanciare sul mercato prodotti realmente innovativi. Tra i twin tip si inizia a vedere di tutto, tavole corte, lunghe, con tre o sei pinne sul bordo sopravento, sciancrate, asimmetriche etc. I direzionali continuano ad esistere con a fianco i mutant e diventano le classiche tavole da vento leggero. Successivamente due altri colossi della vela mondiale, la Neil Pryde e la North Sails, entrano nel mercato, la prima con il marchio Cabrinha. E cosi’ la scelta di prodotti inizia ad essere davvero consistente e diversificata. Il resto e’ storia recente. Una successiva grande innovazione e’ rappresentata dall’avvento dei bow kites che con il loro fantastico range aumentano sostanzialmente la capacita’ di controllo in condizioni di vento forte e rafficato. Nel mondo dell’agonismo dall’old style (salti esagerati, rotazioni e board off) si passa al new style o power style;
Modificate alcune tavole da Surf da onda e corretto alcuni dettagli ci si è resi immediatamente conto che l’abbinamento “aquilone/tavola” dava grandi possibilità. Da qui alla commercializzazione il passo è stato breve, negli ultimi anni l’evoluzione degli aquiloni marini è stata veramente notevole, tanto da trasformarsi in breve tempo in uno sport ricco di discipline e “tecnologia”.
Ora cosa portera’ il futuro? Nessuno puo’ dirlo con certezza. A livello progettuale molto e’ stato fatto e forse uno spazio di miglioramento puo’ essere ricavato dall’impiego di materiali innovativi. Vedremo. Questa piccola storia del kiteboarding che non ha certo la pretesa di apparire esaustiva testimonia che lo sport e’ piu’ vivo che mai ed e’ pronto a regalarci sempre maggiori soddisfazioni.

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